L’ex vicecapo del dipartimento della lotta all’estremismo in Russia si suicida in circostanze ancora ignote. Nuova morte misteriosa.
Il generale russo Vladimir Makarov, è stato destituito dal suo incarico di vicecapo del dipartimento per la lotta all’estremismo al ministero dell’Interno soltanto un mese fa. L’ex vicecapo dell’organo istituito per reprimere il dissenso contro il presidente Vladimir Putin si sarebbe suicidato nella sua casa di campagna vicino Mosca, dove è stato trovato il suo corpo senza vita. Il generale suicida sarebbe caduto in depressione dopo aver lasciato l’incarico.
L’agenzia di stampa statale Tass riferisce che il generale si è tolto la vita così come emerge dai primi dati. Si tratterebbe, dunque, dell’ennesimo suicidio misterioso che dall’inizio della guerra russa sta investendo una lunga scia di oligarchi e ex dirigenti russi facendoli passare per suicidi. L'”incidente” sarebbe avvenuto il 13 febbraio, secondo gli inquirenti.
L’ultima di una lunga scia di oligarchi e dirigenti misteriosamente scomparsi
Il canale indipendente Telegram VChK-OGPU ha citato i parenti dell’ex generale russo secondo cui Makarov era caduto in depressione dopo aver perso il lavoro. La moglie lo aveva trovato con un’arma al suo fianco. Makarov “è stato descritto in passato come il principale organizzatore della caccia agli attivisti dell’opposizione e ai giornalisti scomodi” e “aveva contribuito a supervisionare la repressione della Russia”, scrive il Moscow Times.
Il generale nel suo incarico aveva il compito di perseguire manifestanti antigovernativi e monitorare il dissenso, chiamati estremisti. Il presunto suicidio di Makarov è l’ultimo di una serie di morti sospette che coinvolge la Russia dall’inizio dell’invasione. In un anno di guerra sono stati diversi i “suicidi” o gli “incidenti” che hanno coinvolto alti funzionari e oligarchi. L’ultima a dicembre, il deputato Antov caduto misteriosamente dal terzo piano di un albergo in India.
